giovedì 28 febbraio 2013

Lego ergo sum

Uno dei miei problemi di questo periodo è la lettura. Amo leggere: i libri  ti portano in mondi lontani alcune volte più felici di questo, altre volte ti fanno aprire gli occhi su realtà che non credevi fossero così terribili (o così magnifiche). Sono un amante del fantasy e della fantascienza, anche se ho letto un po' di tutto. Già, "ho letto": è da più di 7-8 mesi che non leggo.

E'... terribile, non saprei come descriverlo e farne un paragone. Non ho voglia di leggere niente e/o non trovo nessun libro particolarmente interessante. Non mi viene più l'impulso come prima di aprire un libro e cominciare a leggere, oppure rileggere per la diciassettesima volta "Queste oscure materie" come fa mia sorella. Leggo raramente in vacanza, quando forse sono più rilassato.
E' così e basta, è sbagliato e non so cosa fare. Mi sento uno stupido, soprattutto perché continuo a vantarmi con gli altri (per primi i miei compagni di classe) di una cosa che non faccio più e senza la quale loro sono rimasti degli ignoranti. E degli sgrammaticati che credono che il congiuntivo sia una crema per la pelle.

Non voglio diventare come loro.

mercoledì 27 febbraio 2013

Manifesto di poetica da blog (?)

Ecco, rileggo due, tre, quattro volte quello che ho scritto ieri sera e mi sale il cuore in gola. E ora? Cosa scrivo? Non voglio mica sembrare uno che scrive delle solite quattro cavolate che gli capitano a scuola e con gli amici o dare l'impressione di uno che si lamenta continuamente. O tutt'e due.

Mmm. Proverò ad esprimere quello che voglio raggiungere scrivendo in questo blog, un po' come un manifesto di poetica (ovviamente ad un livello più basso, non pretendo di essere uno scrittore):

  1. Come ho già detto ieri voglio migliorare me stesso, rileggendomi e rileggendo i (possibili, improbabili e magari assurdi) commenti;
  2. Cercare di scrivere tutti i giorni, salvo che non sia a giro per il mondo o bloccato a letto con la febbre a 40 (casomai me ne dimenticassi, ahimè, perdonatemi);
  3. Trovare un qualche spunto per le mie riflessioni;
  4. Serendipità: trovare casualmente e fortunosamente una cosa o una persona, oppure imbattersi casualmente e fortunosamente in un evento, mentre si sta cercando qualcos'altro.


L'ultimo punto è un po' strano, lo so, ma forse questo blog mi porterà a qualche scoperta che neanche posso immaginarmi. Comunque vada, mi servirà a qualcosa... No?

In fondo, di che mi preoccupo? Il passo più difficile l'ho già fatto: ho cominciato a scrivere. Ora devo solo continuare, piano piano.

martedì 26 febbraio 2013

L'inizio

Ho voluto cominciare un blog. Perché? Sinceramente me lo domando anch'io. Forse perché l'idea di un diario mi ha sempre ispirato. E mi sembrava anche stupido, a dir la verità: scrivo per me stesso, ma chi commenta? Chi mi critica? Va bene essere persone mature e cercare di migliorarsi, ma questo è conflitto d'interessi! Questo è quello che mi ha sempre trattenuto dallo scrivere un diario. Forse qui qualcuno mi può dare una mano con me stesso.

Ho Facebook, ma a che mi serve? Non sono una persona importante, che conosce tanta gente e/o che riesce a fare l'ipocrita con loro. Lì scrivo ciò che penso, e vengo continuamente ignorato ed insultato alle mie spalle. Posso anche scrivere una cosa personalissima, unica, ed avrò meno successo di quello che fa il figo in classe mia scrivendo le solite banalità sull'amore illudendosi di saperne qualcosa. Non che voglia il successo e l'essere celebre, intendiamoci: mi piacerebbe essere apprezzato per quello che penso ogni tanto. Per il resto ho deciso di intraprendere una strada difficile: essere coerenti con i propri ideali e fare quello che voglio IO, non quello che i miei compagni in maniera subdola tentano di farmi fare.

Ecco, rileggo questo piccolo pezzo che ho appena scritto e mi ritorna in mente il perché mi piace tanto scrivere: per sfogo. Forse mi dovevo chiamare "Diario di un ragazzo che si vuole sfogare", chissà. E' una sensazione benefica per me lo scrivere: un po' come la sigaretta per i fumatori.

Farò (anzi, spero di fare) molte riflessioni su questo blog, quelle che non posso fare con i miei coetanei. E se nessuno mi seguirà, non mi importa più di tanto. Scriverò un blog per me stesso, per Marco.